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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

663223
Dossi, Carlo 14 occorrenze
  • 1879
  • Stab. Tip. Italiano DIRETTO A L. PERELLI - Ditta Libraria di NATALE BATTEZZATI
  • prosa letteraria
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La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)

, trovò Mario il Nebbioso che lo attendeva a pie' fermo, tinto del color di quell'ora. E Mario piantàvagli in faccia due occhi di brama, e l'inchiesta: - Mi

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, mezzo correndo per quanto l'erta salita e la soma concede, senza guardare lei che più non lo guarda. Ma, d'improvviso, s'accorse che la fanciulla

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ululato due esecrazioni in tuon di spavento, e lo stesso Nebbioso si asciugava col dorso della mano il gèlido orrore che trasudàvagli in fronte. Ed

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memoria gli cominciò a rifluire: risovvenne il bagordo, lo sbarco, il viaggio; risovvenne sè stesso: e lentamente, quasi a elùder lo squillo della

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dissimulàrselo. E giràvano, interrogante, lo sguardo, ora alla ignota terra, seguèndone il dorso montuoso, findove, digradàndosi e incelestendo, sfumava

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era la pietà degli altri, s'impadroniva di lui, lo forzava a riguadagnare con doppia foga la titubata via, inorgoglièndolo perfino del suo sacrificio

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, una smania rasentante lo spàsimo, di rigustare la riconoscenza, ch'èrasi pinta nella faccia di Gualdo, e i baci, che sulle labbra di Forestina èrano

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virtù di parola, nè di pennello e neppure di realtà! ... Molte ne avèa Gualdo vedute; era la prima ch'egli sentisse. Perocchè, ora, lo specchio

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lo si stesse attendendo di minuto in minuto. Tutto intorno, volti su cui la tema e la speme alternàvano i loro colori. Ai gruppi si aggiungèvano i

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piuttosto filaccie a mal nascoste ferite. Benchè comune fosse stato il delitto, si evitàvano, a muta, lo sguardo. Non era ancor l'odio al peccato, ma

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importa la memoria in altrùi agli obliati di sè? E, a pensier tale, in amarìssima goccia si spegneva lo sguardo, che, molti, di sè medèsimi ingannatori

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... infinita! - E ora - ella aggiunse infiammando, misto al timore l'audacia - per tè, lascerèi lo stesso mio babbo, ed anche la mamma, se già in mè non siedesse

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nutriva la lor cocente rancura. Tacèvano e impallidìvano. Quand'ecco, si udì lo stampo di un piede, e una tìnnula voce di donna echeggiò: vili! - Una

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sospetto e lo sguardo, ghiotto di strage, alla volta del lume. E, come nubi sàture di bufera, èccoli riaddensarsi sotto il nemico steccato. Un filo di

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